Diabete e sport: chi dice che sono inconciliabili?
Il diabete mellito è una patologia cronica caratterizzata da un'elevata concentrazione di glucosio nel sangue. Il vero problema risiede della produzione di insulina, ad opera delle cellule beta del pancreas.
In risposta ad un innalzamento di glucosio nel sangue, in condizioni ordinarie, le cellule beta secernono insulina, un ormone che interviene abbassando, appunto, il glucosio e ristabilendone la concentrazione fisiologica.
Esistono due casi, però, in cui questo processo non avviene o non avviene in maniera efficiente e sufficiente:
1) Il sistema immunitario riconosce le cellule beta come "non self" e le attacca, distruggendole, per cui l'insulina non viene prodotta. E' il caso, questo, del DIABETE MELLITO DI TIPO I, detto anche insulino - dipendente. Compare in giovane età, in soggetti predisposti geneticamente, ma non è detto che sia ereditario. E' detto insulino - dipendente perché chi ne è colpito dovrà, per tutta la vita, assumere dosi di insulina esterne.
2) Nonostante la produzione di insulina, questa sembra non essere sufficiente ad abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue. In questo caso di parla di DIABETE MELLITO DI TIPO II, detto anche insulino - resistente. Compare, generalmente, dopo i 40 anni, prevalentemente in soggetti già predisposti a causa di errati stili di vita: sovrappeso o obesità, sedentarietà, accumulo di grasso viscerale, alimentazione eccessivamente ricca di grassi e zuccheri ad alto indice glicemico. In questo caso si interviene in primis modificando il proprio stile di vita, ma anche con terapie farmacologiche e, se queste non dovessero essere sufficienti, con iniezioni di insulina.
Chi è affetto da diabete, però, non deve precludersi la possibilità di svolgere le normali attività quotidiane o la possibilità di coltivare le proprie passioni, anche e soprattutto in campo sportivo.
Nell'ultimo secolo abbiamo avuto numerosi esempi di atleti diabetici, ai quali la malattia non ha impedito di raggiungere grandi risultati e grandi soddisfazioni sportive. E' il caso di: Paul Aaron Scholes, uno dei migliori centrocampisti inglesi, componente della nazionale, ha svolto interamente la sua carriera nel Manchester United; Sugar Ray Robinson, uno dei migliori pugili statunitensi di tutti i tempi, vincitore dei mondiali di pugilato nella sua categoria per ben 5 volte, negli anni '50; Nicolas Amodio, un calciatore più vicino a noi, che per anni ha svolto la sua carriera sportiva in Italia.
In realtà, lo sport non è da vietare a chi è affetto da diabete, ma, al contrario, andrebbe prescritto a tutti. Da sempre è noto che le attività aerobiche (camminare, nuotare, fare jogging, andare in bici, ecc) favoriscono un abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue perché vengono utilizzati i trigliceridi muscolari, di conseguenza si abbassa il livello di questi ultimi e viene stimolata l'attività della AMP - chinasi, che fa sì che il muscolo si apra per "accogliere" il glucosio, che viene, quindi, sottratto dal sangue. Di contro, però, recenti studi hanno dimostrato che anche un allenamento anaerobico, accoppiato ad un allenamento aerobico, può dare un grande aiuto nella lotta ai livelli elevati di glucosio.
L'allenamento anaerobico è un lavoro mirato al potenziamento muscolare e non al consumo di energia, come l'allenamento aerobico. Il muscolo, però, "si nutre" di glucosio, per cui, una volta aperto l'ingresso al muscolo per il glucosio attraverso l'allenamento aerobico, con l'allenamento muscolare si va a sollecitare la richiesta di glucosio da parte dei muscoli stessi, abbassandone il livello nel sangue.
L'allenamento aerobico, però, deve essere ben programmato in base alle caratteristiche soggettive dello sportivo e deve essere regolato con il monitoraggio del battito cardiaco, non inferiore al 50% della frequenza cardiaca massima. Se il soggetto ha un BMI < 27 il battito cardiaco può arrivare anche all'80% della frequenza cardiaca massima.
L'allenamento con i pesi, invece, svolto con le macchine a contrappeso o con i pesi liberi, deve essere prevalentemente concentrato su esercizi di spinta e trazione degli arti superiori ed inferiori ed esercizi di flesso - estensione del busto. Per raggiungere risultati ottimali si possono aggiungere, infine, esercizi per la flessibilità del corpo, come lo stretching.
Naturalmente lo sport dà risultati ottimali quando associato ad una dieta ad hoc e ad uno stile di vita salutare. E' buona norma, quindi, per gli sportivi diabetici (ma, in generale, per tutti), mantenere un'alimentazione molto varia, ricca di fibre e cereali integrali, di frutta e verdura, che abbia un indice glicemico (o, meglio ancora, un carico glicemico) basso, in modo da non favorire gli improvvisi picchi di glicemia.
Riassumendo, si possono suggerire alcune semplici regole per gestire al meglio il diabete senza perdere la possibilità di dedicarsi a sé stessi ed alle proprie passioni sportive:
1) Mangiare in maniera sana ed equilibrata
2) Non saltare i pasti
3) Non mangiucchiare qualunque cosa capiti a tiro
4) Mantenere un'alimentazione priva (o povera) di grassi, prediligere i grassi vegetali a quelli animali
5) Mangiare molta frutta e verdura, fibre, cereali integrali e legumi
6) Preferire la carne magra a quella grassa ed alternarla con il pesce
7) Evitare di assumere troppi carboidrati in un solo pasto
8) Eliminare bibite gassate e zuccherate
9) Non fumare (o smettere se si è iniziato)
10) Praticare le attività più consone al proprio modo di essere, quelle che piacciono e per le quali ci si sentge più portati, non costringendosi a fare ciò che non si vuole
11) Mantenere un peso forma
Naturalmente, queste sono regole che si trovano a monte di una qualunque terapia farmacologica che il medico, e solo lui, potrà prescrivere e dovrà essere seguita scrupolosamente.
Si consiglia, in ogni caso, di tenere sempre a portata di mano dei prodotti zuccherati, utili qualora dovesse presentarsi un'ipoglicemia.
Buon allenamento!
In risposta ad un innalzamento di glucosio nel sangue, in condizioni ordinarie, le cellule beta secernono insulina, un ormone che interviene abbassando, appunto, il glucosio e ristabilendone la concentrazione fisiologica.
Esistono due casi, però, in cui questo processo non avviene o non avviene in maniera efficiente e sufficiente:
1) Il sistema immunitario riconosce le cellule beta come "non self" e le attacca, distruggendole, per cui l'insulina non viene prodotta. E' il caso, questo, del DIABETE MELLITO DI TIPO I, detto anche insulino - dipendente. Compare in giovane età, in soggetti predisposti geneticamente, ma non è detto che sia ereditario. E' detto insulino - dipendente perché chi ne è colpito dovrà, per tutta la vita, assumere dosi di insulina esterne.
2) Nonostante la produzione di insulina, questa sembra non essere sufficiente ad abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue. In questo caso di parla di DIABETE MELLITO DI TIPO II, detto anche insulino - resistente. Compare, generalmente, dopo i 40 anni, prevalentemente in soggetti già predisposti a causa di errati stili di vita: sovrappeso o obesità, sedentarietà, accumulo di grasso viscerale, alimentazione eccessivamente ricca di grassi e zuccheri ad alto indice glicemico. In questo caso si interviene in primis modificando il proprio stile di vita, ma anche con terapie farmacologiche e, se queste non dovessero essere sufficienti, con iniezioni di insulina.
Chi è affetto da diabete, però, non deve precludersi la possibilità di svolgere le normali attività quotidiane o la possibilità di coltivare le proprie passioni, anche e soprattutto in campo sportivo.
Nell'ultimo secolo abbiamo avuto numerosi esempi di atleti diabetici, ai quali la malattia non ha impedito di raggiungere grandi risultati e grandi soddisfazioni sportive. E' il caso di: Paul Aaron Scholes, uno dei migliori centrocampisti inglesi, componente della nazionale, ha svolto interamente la sua carriera nel Manchester United; Sugar Ray Robinson, uno dei migliori pugili statunitensi di tutti i tempi, vincitore dei mondiali di pugilato nella sua categoria per ben 5 volte, negli anni '50; Nicolas Amodio, un calciatore più vicino a noi, che per anni ha svolto la sua carriera sportiva in Italia.
In realtà, lo sport non è da vietare a chi è affetto da diabete, ma, al contrario, andrebbe prescritto a tutti. Da sempre è noto che le attività aerobiche (camminare, nuotare, fare jogging, andare in bici, ecc) favoriscono un abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue perché vengono utilizzati i trigliceridi muscolari, di conseguenza si abbassa il livello di questi ultimi e viene stimolata l'attività della AMP - chinasi, che fa sì che il muscolo si apra per "accogliere" il glucosio, che viene, quindi, sottratto dal sangue. Di contro, però, recenti studi hanno dimostrato che anche un allenamento anaerobico, accoppiato ad un allenamento aerobico, può dare un grande aiuto nella lotta ai livelli elevati di glucosio.
L'allenamento anaerobico è un lavoro mirato al potenziamento muscolare e non al consumo di energia, come l'allenamento aerobico. Il muscolo, però, "si nutre" di glucosio, per cui, una volta aperto l'ingresso al muscolo per il glucosio attraverso l'allenamento aerobico, con l'allenamento muscolare si va a sollecitare la richiesta di glucosio da parte dei muscoli stessi, abbassandone il livello nel sangue.
L'allenamento aerobico, però, deve essere ben programmato in base alle caratteristiche soggettive dello sportivo e deve essere regolato con il monitoraggio del battito cardiaco, non inferiore al 50% della frequenza cardiaca massima. Se il soggetto ha un BMI < 27 il battito cardiaco può arrivare anche all'80% della frequenza cardiaca massima.
L'allenamento con i pesi, invece, svolto con le macchine a contrappeso o con i pesi liberi, deve essere prevalentemente concentrato su esercizi di spinta e trazione degli arti superiori ed inferiori ed esercizi di flesso - estensione del busto. Per raggiungere risultati ottimali si possono aggiungere, infine, esercizi per la flessibilità del corpo, come lo stretching.
Naturalmente lo sport dà risultati ottimali quando associato ad una dieta ad hoc e ad uno stile di vita salutare. E' buona norma, quindi, per gli sportivi diabetici (ma, in generale, per tutti), mantenere un'alimentazione molto varia, ricca di fibre e cereali integrali, di frutta e verdura, che abbia un indice glicemico (o, meglio ancora, un carico glicemico) basso, in modo da non favorire gli improvvisi picchi di glicemia.
Riassumendo, si possono suggerire alcune semplici regole per gestire al meglio il diabete senza perdere la possibilità di dedicarsi a sé stessi ed alle proprie passioni sportive:
1) Mangiare in maniera sana ed equilibrata
2) Non saltare i pasti
3) Non mangiucchiare qualunque cosa capiti a tiro
4) Mantenere un'alimentazione priva (o povera) di grassi, prediligere i grassi vegetali a quelli animali
5) Mangiare molta frutta e verdura, fibre, cereali integrali e legumi
6) Preferire la carne magra a quella grassa ed alternarla con il pesce
7) Evitare di assumere troppi carboidrati in un solo pasto
8) Eliminare bibite gassate e zuccherate
9) Non fumare (o smettere se si è iniziato)
10) Praticare le attività più consone al proprio modo di essere, quelle che piacciono e per le quali ci si sentge più portati, non costringendosi a fare ciò che non si vuole
11) Mantenere un peso forma
Naturalmente, queste sono regole che si trovano a monte di una qualunque terapia farmacologica che il medico, e solo lui, potrà prescrivere e dovrà essere seguita scrupolosamente.
Si consiglia, in ogni caso, di tenere sempre a portata di mano dei prodotti zuccherati, utili qualora dovesse presentarsi un'ipoglicemia.
Buon allenamento!
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