Intolleranze alimentari: queste sconosciute

Oggi si sente sempre più spesso parlare di "intolleranze alimentari", forse anche troppo. Ti fa male lo stomaco? Sei intollerante. Senti prurito? Sei intollerante. Ingrassi? Sei intollerante (Intollerante alle grandi abbuffate forse...). Bevi 3 cocktail e ti senti rimbambito? Sei intollerante. (Giuro, l'ho sentita!)
Facciamo un po' di chiarezza: io non detto legge, ma il Ministero della Salute sì e l'Istituto Superiore della Sanità è il braccio destro, nonché figlio legittimo, del Ministero, per cui anche lui detta legge.
Sul sito web del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell'ISS (Per approfondimenti), a proposito delle intolleranze alimentari, c'è scritto

"Esistono diverse tipologie di intolleranze alimentari. Quelle enzimatiche sono determinate dall’incapacità, per difetti congeniti, di metabolizzare alcune sostanze presenti nell’organismo. L’intolleranza enzimatica più frequente è quella al lattosio, una sostanza contenuta nel latte; la forma più comune di intolleranza al grano è la celiachia; un altro esempio di intolleranza dovuta alla carenza di un enzima è il favismo. Le intolleranze farmacologiche si manifestano in soggetti che hanno una reattività particolare a determinate molecole presenti in alcuni cibi. In alcuni casi, infine, la reazione può essere dovuta ad alcuni additivi aggiunti agli alimenti. Non è ancora chiaro se in questo caso si tratti di intolleranza o di allergia: non ci sono prove che la reazione abbia basi immunologiche, ma le manifestazioni sono così variabili che non si può escludere la possibilità di un’interazione tra meccanismi biochimici e meccanismi mediati immunologicamente." 

Tra le sostanze che possono provocare reazioni farmacologiche abbiamo istamina, tiramina, feniletilamina, caffeina, capsicina, miristicina, alcool etilico; tra gli additivi abbiamo alcuni tra antiossidanti, conservanti, esaltatori di sapidità e dolcificanti
L'intolleranza non riguarda un alimento, ma una molecola contenuta in uno o più alimenti. Quindi non si è "intolleranti al latte", ma "intolleranti al lattosio", un tipo di zucchero contenuto nel latte (ma non solo) e per il quale chi è intollerante non possiede il relativo enzima di degradazione. Questo significa che non basta eliminare dalla propria dieta, nel caso in esame, il latte, ma tutti gli alimenti (tal quali o lavorati) che contengano lattosio.
La vastità e la complessità dell'argomento non permettono una facile risoluzione se non in collaborazione con una persona competente in materia, per cui si verificano molto spesso delle truffe a carico di ignare persone che, nel tentativo di scoprire la natura di eventuali reazioni avverse si affidano a chi, ahimé, si spaccia per un "addetto ai lavori" senza esserlo, ma che, molto spesso, alle spalle sostiene solo interessi economici personali o di aziende ad hoc. Vediamo insieme questo servizio andato in onda su Striscia la Notizia proprio riguardo ai comuni test per le intolleranze alimentari in commercio.


Guarda il video: Striscia la Notizia - Intolleranze Alimentari

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